Wall to Climb, un progetto lungo una stagione

Credo fosse la seconda o terza domenica del dicembre ’99, quando con Daniele (D.Ucchesu amico da che ho memoria) decidiamo di uscire alla volta di Domusnovas, settore Puerto Escondido per la mia prima giornata di scalata. Quest’anno tra pochi mesi saranno vent’anni che scalo e da allora ne sono passati “di spit sotto i ponti”.

In questo lungo periodo ho chiodato centinaia di vie, realizzato interi settori, vie lunghe, vie trad, valorizzato tante aree boulder e saliti tanti High Ball, mia grande passione. Sono stato in Monte Bianco, Valle dell’Orco, Cresciano e in tanti altri posti in giro fuori dall’isola.

Questo continuo pellegrinaggio arrampicatorio mi ha regalato tante emozionanti esperienze che sono diventate bei ricordi da raccontare e con pochi intimi anche da approfondire in chiave più mentale/emozionale.

Questo stile di vita verticale più di una volta è riuscito a sorprendermi, ma alla soglia dei vent’anni di salite pensavo di averne viste tante e pensavo anche che sarebbe stato sempre più difficile sorprendersi ancora.

Invece come spesso accade nella vita, tutto può cambiare o evolvere. Così una mattina di Settembre (2018) mi chiama Tommy e mi dice: “Ciao Giampy, sono Tommy Usala, ti ricordi?”, io gli rispondo: “Ciao Tommy, certo che yes” , ”Io e il mio socio abbiamo un idea e vorremmo parlarne con te, quando ci puoi dedicare un po’ di tempo?” continua Tommy, io resto un po’ spiazzato visto che loro gestiscono la palestra Jump – Fitness Center, comunque accetto.
Qualche giorno dopo siamo seduti ad un tavolo a parlare di dedicare una parte della nuova area del centro all’arrampicata. Personalmente ho sempre visto le pareti indoor, lontano dal mio modo di vedere alla scalata, ma la proposta era particolarmente invitante, visto che mi lasciavano carta bianca sia sulla progettazione della parete che sull’idea/filosofia che avrebbe fatto da linea guida per l’aspetto tecnico/didattico. Dopo quel primo incontro ho riflettuto molto sulla possibilità di intraprendere questa nuova esperienza, ma alla fine la mia formazione umanistica e gli anni di insegnamento mi hanno riacceso la voglia di fare formazione, così dopo le scuole elementari, l’informatica, la comunicazione era giunto il momento dell’arrampicata.

Abbiamo lavorato duro per realizzare una parete con molte delle inclinazioni necessarie alla pratica dell’arrampicata. Dall’inizio dei lavori in poco più di due mesi il progetto che stava in appena tre fogli A4 era lì davanti a noi, colorato come una copia venuta male di un’opera di Kandinskij, ma per Luca Piano, Tommy Usala, Sandrino Mocci, Sebastian Mocci ed io che ci abbiamo lavorato era ed è esteticamente: una copia venuta male di un’opera di Kandinskij!

Sono passati otto mesi dall’inaugurazione e tante persone si sono allenate sui circuiti, che nel tempo si sono alternati tra gli appigli colorati, che il più delle volte facevano venir giù sul bel materasso, ma con tanti sforzi ed impegno pian piano sono stati risolti.

La stagione è ormai giunta alla pausa estiva e a tirar le somme, è stato proprio un bel momento. Per certi versi sono stupito di quanto sia stato appassionante, confrontarsi con i ragazzi che si alternavano nelle varie fasce orarie e di età. Nella stessa giornata si poteva passare da Diego e Andrea di 3 anni e mezzo a Pino di poco più di 15 lustri.

Ma tornado alla chiusura della stagione mi sembrava banale salutarsi con la classica pizzata o similare. Quindi visto che durante questi mesi tante volte mi è stato chiesto di come nascono i settori e le vie, di come si chioda e considerando che qualcuno si è pure offerto di finanziare a scopo manutentivo e o di nuove linee, ho pensato di estendere l’idea al gruppo serale (ovviamente quelli più grandi).

Nasce così il progetto della chiodatura del primo settore realizzato per mano dei ragazzi della palestra, che ad eccezione di alcuni, per la maggior parte alla prima esperienza arrampicatoria outdoor.

L’idea è stata ben accolta e subito sposata da tutti, che autotassandosi hanno acquistato il materiale necessario alla realizzazione del settore: Wall to Climb. Il settore si trova nel bellissimo Canyon di San Nicolò a Buggerru, alle spalle dell’omonima lunga e bella spiaggia.

 

Vista a 360° del canyon di San Nicolò (Fluminimaggiore)

Per ora sono tredici linee dal 5b al 7a+/b chiodate e messe a disposizione della comunità dei climbers, da un manipolo di entusiasti e anche un po’ rumorosi, (per non scontentare nessuno i nomi sono in ordine alfabetico, con i più alti dietro) Alessio 1, Alessio 2, Aurora, Barbara, Federica, Furio, Lilly, Luca (Jump – Fitness Center), Massimiliano, Michele, Pino, Tommaso, Tommy (Jump – Fitness Center), Sebastian e poi ci sono io.

Qui si chiude il primo capitolo di una stagione che avrebbe tanto altro da raccontare, ma alla fine della fiera è bello condividere le esperienze, ma è ancora più bello viverle, quindi da parte mia e di tutti gli attori di questa bella storia col lieto fine, quale altro miglior modo esiste di concludere se non invitandovi ad andare a scalare e trascorre un giornata in questo nuovo settore?

Per bacco una storia in 4D, racconto virtuale con possibilità di esperienza reale… siamo troppo avanti!

Doveroso e non scontato il ringraziamento per il supporto da parte degli sponsors che sostengono le mie iniziative (link agli spazi web aziendali):

AT Sardinia
Zamberlan
Chillaz
Skylotec

 

 

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