Gli altri siamo NOI
Pericoli occulti del climbing

L’arrampicata è uno sport pericoloso se praticato senza la piena consapevolezza dell’attività che stiamo svolgendo.
L’attenzione deve essere ben bilanciata tra pericoli oggettivi, strettamente legati all’ambiente dove si pratica e pericoli soggettivi, direttamente dipendenti dal fattore umano.

Arrampicata e ambiente

Anche se l’arrampicata moderna può contare su attrezzi (corde, rinvii, assicuratori, caschi etc) sempre più performanti e sicuri, questi contribuisco a ridurne notevolmente l’esposizione al pericolo, ma comunque non sono sufficienti ad azzerarli del tutto.
È chiaro che fenomeni come la caduta dei sassi dall’alto può verificarsi anche in falesia, e non solo in montagna, ma è un fenomeno piuttosto raro, a meno di non trovarsi sotto durante una giornata ventosa e quindi i sassi incastrati sugli alberi smossi vengono giù, oppure mentre qualche capra o altro animale transita e smuove il terreno in cerca di tuberi o erbetta.
Anche il cedimento strutturale degli ancoraggi fissi in parete è altre sì possibile, ma nella quasi totalità dei casi in cui si è verificato, il problema è da ricercarsi in eventi particolari come nelle situazioni di scarsa frequentazione o di abbandono del settore e quindi di conseguenza manutenzione scarsa o nulla, in aree in ambiente marino soggette al fenomeno del pitting. Sempre e comunque riconducibili ad eventi eccezionali o a errore umano.
Fatte queste premesse, risulta evidente che l’elemento che più fortemente concorre nel cagionare la situazione di pericolo è l’errore umano. False credenze, cattivo utilizzo e manutenzione degli attrezzi, distrazioni, abitudini e comportamenti sbagliati, sono tra le cause più frequenti.

Prepararsi alla scalata

Basta guardarsi attorno stando in giro per falesie per rendersi conto quanto detto sopra rappresenti la triste realtà.
Qui di seguito ho stilato un breve elenco e poco esaustivo, purtroppo, di situazioni tipiche da falesia:

  • assicuratore troppo distante dalla parete e lasco di corda eccessivo
  • sicura troppo statica da parte dell’assicuratore
  • fare sicura a piedi nudi, infatti in caso di volo del compagno, ci si deve opporre con i piedi contro la roccia
  • fare sicura seduti e a volte anche lontani dalla parete
  • fare sicura sdraiati
  • fare sicura mentre si fuma, mangia o altro e quindi con possibile livello di attenzione ridotta
  • sottovalutare o non riconoscere l’attrezzatura vetusta in parete
  • esecuzione sbagliata del nodo, sia perché generato dalla la ripetitività del gesto e sia perché distratti durante l’esecuzione stessa
  • andare in parete con meno dell’indispensabile
  • manovre approssimative in generale e soprattutto nel fare sicura
  • farsi assicurare da inesperti (situazione molto comune)
  • allacciamento scorretto dell’imbrago
  • scorretto posizionamento della corda sul freno di assicurazione, come piastrine, secchielli o semi-bloccanti
  • non fare il nodo alla fine della corda, è probabile subire un infortunio perché la corda finisce e fuoriesce dal freno dell’assicuratore
  • non parare il compagno fino a che non ha messo la corda nel primo rinvio
  • corda dietro al piede mentre si arrampica da primi di cordata, in caso di caduta la corda “sgambetterà” mandando l’arrampicatore a testa in giù
  • inserire la corda nel rinvio in senso contrario, cioè dall’esterno verso l’interno, così facendo in caso di caduta la corda aprirà la leva e la farà fuoriuscire
  • afferrare la corda che va all’assicuratore durante una caduta
  • passare lontano dalla linea degli spit, usanza molto comune per evitare il passo difficile, ma così ci si mette a rischio di volo traverso
  • non saper valutare correttamente lo stato della sosta e o il posizionamento del moschettone (o anello) di calata della stessa
  • conoscenza approssimativa della corretta esecuzione delle manovre di sosta
  • scalare con anelli, bracciali, catenine o altri accessori pendenti da braccia e collo
  • afferrare i rinvii per trattenere la caduta, o al volo oppure stremati e senza più la forza di stringerli

… e l’elenco è ancora molto lungo.

Attrezzi per l’assicurazione

Parlare delle virtù e soprattutto dei vizi di un’attività come l’arrampicata sportiva non è mai facile, ma a costo di apparire “guerrafondaio”, ritengo importante e necessario evidenziare atteggiamenti e comportamenti potenzialmente pericolosi. Sono convinto che conoscere “il problema” sia un aspetto importante e fondamentale per la formazione del background di un climber.
Tutti i punti in elenco sono potenzialmente cause di gravi infortuni, per questo motivo ho deciso di mettere in evidenza con delle immagini “senza veli”, ciò che può succedere in alcuni di questi casi se sottovalutati.
Solo qualche giorno fa mi è capitato di dover consigliare anzi esortare un climber a togliere l’anello prima della salita. Poco più tardi un altro nel tentativo di evitare il volo, teneva il rinvio pericolosamente aperto (vedi foto qui di seguito), stretto in mano, in un momento in cui la forza degli avambracci era sostenuta esclusivamente dall’ansia della caduta, ma senza tener conto di quale sia stato il rischio a cui si è esposto e volo che comunque si è verificato. Fortunatamente in entrambi i casi il tutto si è risolto con un nulla di fatto, ma come diceva un vecchio saggio sulla sicurezza nel mondo del lavoro: pensare che le “cose” capitino sempre e soltanto agli altri è un pura illusione, perché bisogna tenere a mente che gli “altri” per gli “altri” siamo NOI.
Qui di seguito la prima immagine “nuda e cruda” di quelle che sono le conseguenze del portare gli anelli durante la scalata.

Conseguenze dell’uso degli anelli in arrampicata

A seguire cosa può succedere se si afferra il rinvio in modo errato e o come si suole dire al volo.

Conseguenze dell’uso scorretto dei rinvii

Con questo non voglio instillare la paura, ma bensì è mia intenzione mettere in guardia in modo da potersi proteggere soprattutto da logiche di pensiero scorrette e approssimative.
Negli ultimi anni il numero degli appassionati e praticanti di arrampicata è cresciuto esponenzialmente, il moltiplicarsi delle sale boulder e delle palestre ha sicuramente contribuito nel bene e nel male a facilitare l’avvicinamento di tante persone a questo mondo verticale. Tante più persone significano anche tante più problematiche. La più comune di queste è l’approssimazione con cui molti si avventurano in parete ignari del loro reale livello di conoscenza, quasi incapaci di avere la giusta percezione dei pericoli a cui si espongono.
Queste mie riflessioni vogliono mettere in evidenza quei cosiddetti “pericoli occulti”, cioè quelle situazioni chiare e distinguibili ad un occhio esperto, ma del tutto trasparenti e invisibili ai meno preparati.

Conseguenze dell’uso scorretto del materiale (corda e rinvii)

Per concludere, aver parlato di tanti errori deve convincere chi ancora non lo fosse, che per arrivare alle relative soluzioni dei punti analizzati, è necessario documentarsi e migliorare le proprie conoscenze e capacità, mettendo anche in discussione ciò che già si conosce, senza mai dare niente per scontato, perché tra gli errori più comune c’è anche l’eccesso di sicurezza, problema più noto e comune tra gli esperti.

Doveroso e non scontato il ringraziamento per il supporto da parte degli sponsors che sostengono le mie iniziative (link agli spazi web aziendali):
AT Sardinia
Zamberlan
Chillaz
Skylotec

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