New sector, “Placca dell’attesa”

In pochi minuti dalla bella spiaggia di Portixeddu e dal piccolo paesello estivo con lo stesso nome, percorrendo una stretta lingua d’asfalto, si giunge al Canyon di San Nicolò. Un luogo affascinante e dal carattere selvaggio. Sono belle le linee che salgono lungo i fianchi di questa imponente gola calcarea. Le vie contrariamente alle dimensioni delle pareti non sono molto alte ma piacevoli da scalare e per niente banali. Lo stile di scalata è abbastanza vario, arrampicata di dita e placca nei settori bassi, atletica su grandi stalattiti per le vie nella grotta.

I primi settori furono attrezzati tra il ‘99 e il 2000 e anch’io diedi il mio apporto, attrezzando alcune linee che ancora oggi guardo con trasporto, essendo tra le prime che ho chiodato. All’epoca ero agli inizi della mia esperienza verticale e da chiodatore, ma il potenziale e la qualità della roccia di quelle pareti erano tangibili già allora. Ma come spesso accade l’euforia del momento si affievolisce, l’attenzione si sposta verso altri interessi e quello che sembrava stesse per diventare un “cult”, ad oggi rimane ancora un’area dal potenziale inespresso.

Uno dei momenti iniziali della realizzazione del settore

Periodicamente ritorno a fargli visita e ogni volta la voglia di aggiungere qualche linea è sempre forte… molto forte. Questa volta ho deciso di seguire il “saggio” consiglio di Oscar Wilde che diceva:

– L’unico modo per resistere alle tentazioni, è cedervi.

In appena due serate, nel dopo spiaggia, ecco prendere forma (per ora) un mini settore dal nome: “Placca dell’attesa”.

Complici di questa rinnovata voglia di dare una brezza di novità a questa gola, sono stati Barbara, Martina e Andrea, che si sono lasciati trasportare dalla bellezza del canyon. Non solo hanno contribuito economicamente all’acquisto del materiale necessario, ma si sono pure impolverati l’imbrago, sporcati le mani, affaticati la schiena e preso in mano il trapano con chiaro intento di usarlo.

Vedere Andrea cimentarsi energicamente, Barbara tracciare e Martina nel difficile ruolo di “direttore dei lavori”, è stato divertente e coinvolgente… ma con il vantaggio finale del profitto, visto che ci saranno quattro nuovi itinerari su cui divertirsi.
Un nuovo settore è sempre un buon modo per riaccendere l’attenzione sulle aree messe un po’ in secondo piano. Personalmente avendo la possibilità di reperire il materiale, le potenzialità in questo luogo non mancano e sicuramente il risultato non deluderebbe, ma bisogna fare i conti con gli “euri” e allora sì che la creatività diventa latitante. Ma si sa i chiodatori sono gente semplice, ragionano e parlano con la roccia, quindi non mi stupirebbe se già da domani il trapano facesse sentire i propri echi nel canyon.

Vista a 360° del canyon di San Nicolò (Fluminimaggiore)

Conclusioni e dettagli.
Un particolare ringraziamento a Martina e Andrea che oltre ad aver partecipato attivamente alla realizzazione delle vie, hanno contribuito economicamente finanziando “Rinco mincio da qua” e “L’ho spuntata”.

Doveroso e non scontato il ringraziamento per il supporto da parte degli sponsors che sostengono le mie iniziative (link agli spazi web aziendali):

AT Sardinia
Zamberlan
Chillaz
Skylotec

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